Palio dei lumi
Il Palio dei Lumi è un Torneo di calcio storico toscano, o calcio in costume, disputato tra i quattro Rioni storici di Pieve Santo Stefano a celebrazione della Madonna dei Lumi, venerata nell’omonimo Santuario pievano e Patrona del paese.
La competizione si articola in due semifinali, tradizionalmente disputate l'ultima domenica di agosto, e la finale, giocata l'8 settembre, giorno della natività mariana e festa popolare a Pieve Santo Stefano dal 1631.Il Rione vincitore si aggiudica la medaglia in palio ogni anno; massimo onore è riservato ai Calcianti che per primi collezionano tre medaglie, i quali si aggiudicano l'ambito Palio dei Lumi.
L'evento si lega alla rievocazione storica dell'Assedio dei Lanzichenecchi al Castello della Pieve a Santo Stefano, avvenuto nel 1527.
Quella del 2019 sarà l'edizione numero 42 del Palio dell'era moderna.
ORIGINI
Il Palio disputato in onore della Madonna dei Lumi ha origine nel XVIII secolo. Veniva celebrato l’otto di settembre, giorno dei festeggiamenti tributati alla protettrice di Pieve Santo Stefano, la “Madonna dei Lumi”, e conteso mediante una corsa di cavalli. Il primo documento scritto che ne certifica l’esistenza sono gli Inventari (T. VII, s.355) dell’Archivio Vescovile di Sansepolcro, che riportano la cronaca delle celebrazioni dell’anno 1770. La tradizione del Palio dei Lumi, decaduta, è stata ripresa nel 1978, da quando si disputa in un torneo di calcio storico toscano tra i quattro rioni storici di Pieve Santo Stefano:
Rialto,
Centropaese,
Ponte Vecchio,
Ponte Nuovo.
L'ASSEDIO DEI LANZI
Il Torneo di calcio in costume tra le squadre rionali rievoca e celebra le squadre costituenti la bandiera pievana (o banda, esercito) impegnate fieramente nella difesa del Vicariato di Pieve Santo Stefano contro l'esercito assediante dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, trenta volte superiore, ma nonostante ciò incapace di prevalere sulle milizie del vicariato e metterlo a sacco. Capitanato da Carlo III di Borbone, l'esercito imperiale era composto da circa trentacinquemila soldati, in gran parte lanzichenecchi, impegnati nella quinta guerra d'Italia contro la Lega di Cognac, la quale riuniva Papa Clemente VII, Francesco I re di Francia e la Repubblica fiorentina, reggitrice del vicariato di Pieve Santo Stefano. Dopo aver messo a ferro e fuoco la Padana e piegato l'esercito di Giovanni delle Bande Nere, nei primi di aprile del 1527 Borbone decise di muovere l'esercito imperiale verso la Toscana, per scendere a Roma e metterla a sacco. Valicando presso il passo del Verghereto, giunse presso il Vicariato di Pieve Santo Stefano, retto dal Commissario della Repubblica Fiorentina Antonio Castellani, la sera del 18 aprile 1527. Inaspettatamente, nonostante l'enorme disparità delle forze in campo, Castellani e il General Consiglio del vicariato decisero di non "lasciar terra" all'invasore e combattere la feroce prassi al saccheggio e alla distruzione di cui era vittima ogni territorio che si trovava sulla strada dell'esercito di lanzichenecchi del Borbone. Gli imperiali assaltarono per tre o quattro volte le mura fortificate di Pieve Santo Stefano, ma le difese approntate dal Vicario e Capitano della bandiera Antonio Castellani e dei suoi millequattrocento uomini circa, ebbero la meglio respingendo gli attacchi, per cui al quarto giorno di battaglia Carlo III di Borbone decise di far sfilare a sud il proprio esercito, e, dopo averlo raccolto nella piana della Madonnuccia, lo condusse verso Arezzo. Il fatto d'armi si collega idealmente all'assedio di Firenze (1529-1530), operato dallo stesso esercito imperiale di Carlo V, intenzionato dopo il sacco di Roma a ripristinare il potere dei Medici nella Repubblica. Proprio durante l'assedio di Firenze, il 17 febbraio 1530, si giocò la celebre partita di calcio storico alla quale l'odierna rievocazione fiorentina e pievana si ispirano.
LE SQUADRE
I quattro Rioni di Pieve Santo Stefano: Rialto, Centro Paese, Ponte Vecchio, Ponte Nuovo
Le Squadre che disputano il Palio in onore della Madonna dei Lumi sono pertanto:
• Rione Centro Paese - colori: bianco e nero.
• Rione Ponte Nuovo - colori: giallo e verde.
• Rione Ponte Vecchio - colori: rosso e nero.
• Rione Rialto - colori: arancio e verde.
Ciascuna squadra è composta da un minimo di 12 a un massimo di 18 calcianti, scelti tra i ragazzi maggiorenni che militano nel Rione. Possono in particolare prendere parte al gioco:
• tutti coloro che sono provvisti di cittadinanza italiana, nati nel Comune di Pieve Santo Stefano e/o ivi residenti da almeno 1 anno dalla data delle eliminatorie;
• tutti coloro che, provvisti di cittadinanza italiana, hanno risieduto per almeno 10 anni nel Comune di Pieve Santo Stefano e sono ora residenti in altro comune.
Le liste con i nomi dei Calcianti delle squadre di ciascun Rione devono essere consegnate entro il mercoledì precedente le semifinali al Maestro di Campo, tenuto a verificare il possesso dei requisiti sopraelencati da parte di tutti i calcianti. Gli abbinamenti delle Squadre che disputeranno nelle due semifinali sono estratti il venerdì precedente, durante la lettura del Bando di Sfida a conclusione del corteo storico in rievocazione dell'assedio dei Lanzichenecchi.
Il TORNEO
Il Torneo è composto da due eliminatorie, giocate l’ultima domenica di agosto, e una finale, l’otto di settembre. Le partite vengono disputate in orario pomeridiano al Campo dei Lumi, attiguo al Santuario, alla presenza del corteggio storico del Vicariato della Pieve a Santo Stefano.
Le squadre dei Rioni sono composte da rose di diciotto calcianti, che si sfidano nel numero di dodici, nei costumi di appartenenza, contendendosi una palla di forma ovale. Il contatto è libero, e non vi sono limitazioni se non quelle che contrassegnino netta antisportività. Non sono ammesse azioni che non siano direttamente volte alla conquista della palla. Realizza una marcatura la squadra che riesce a gettare la palla dentro la porta della squadra avversaria. Vince la partita chi al termine dei due tempi da trenta minuti totalizza il numero maggiore di marcature. Se vi è parità di punteggio, si va “all’oltranza”, fino a che una delle due squadre segna, ponendo fine alle ostilità. I cambi sono liberi ed illimitati.
Il gioco è diretto da un Giudice Arbitro, coadiuvato da due Giudici di Linea, due Giudici di Porta e da un Maestro di Campo, che ha pertinenza sulla regolarità generale del gioco.
Il Rione vincitore del torneo conquista una medaglia; chi per primo ne colleziona tre si aggiudica il Palio dei Lumi.
La competizione si articola in due semifinali, tradizionalmente disputate l'ultima domenica di agosto, e la finale, giocata l'8 settembre, giorno della natività mariana e festa popolare a Pieve Santo Stefano dal 1631.Il Rione vincitore si aggiudica la medaglia in palio ogni anno; massimo onore è riservato ai Calcianti che per primi collezionano tre medaglie, i quali si aggiudicano l'ambito Palio dei Lumi.
L'evento si lega alla rievocazione storica dell'Assedio dei Lanzichenecchi al Castello della Pieve a Santo Stefano, avvenuto nel 1527.
Quella del 2019 sarà l'edizione numero 42 del Palio dell'era moderna.
ORIGINI
Il Palio disputato in onore della Madonna dei Lumi ha origine nel XVIII secolo. Veniva celebrato l’otto di settembre, giorno dei festeggiamenti tributati alla protettrice di Pieve Santo Stefano, la “Madonna dei Lumi”, e conteso mediante una corsa di cavalli. Il primo documento scritto che ne certifica l’esistenza sono gli Inventari (T. VII, s.355) dell’Archivio Vescovile di Sansepolcro, che riportano la cronaca delle celebrazioni dell’anno 1770. La tradizione del Palio dei Lumi, decaduta, è stata ripresa nel 1978, da quando si disputa in un torneo di calcio storico toscano tra i quattro rioni storici di Pieve Santo Stefano:
Rialto,
Centropaese,
Ponte Vecchio,
Ponte Nuovo.
L'ASSEDIO DEI LANZI
Il Torneo di calcio in costume tra le squadre rionali rievoca e celebra le squadre costituenti la bandiera pievana (o banda, esercito) impegnate fieramente nella difesa del Vicariato di Pieve Santo Stefano contro l'esercito assediante dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, trenta volte superiore, ma nonostante ciò incapace di prevalere sulle milizie del vicariato e metterlo a sacco. Capitanato da Carlo III di Borbone, l'esercito imperiale era composto da circa trentacinquemila soldati, in gran parte lanzichenecchi, impegnati nella quinta guerra d'Italia contro la Lega di Cognac, la quale riuniva Papa Clemente VII, Francesco I re di Francia e la Repubblica fiorentina, reggitrice del vicariato di Pieve Santo Stefano. Dopo aver messo a ferro e fuoco la Padana e piegato l'esercito di Giovanni delle Bande Nere, nei primi di aprile del 1527 Borbone decise di muovere l'esercito imperiale verso la Toscana, per scendere a Roma e metterla a sacco. Valicando presso il passo del Verghereto, giunse presso il Vicariato di Pieve Santo Stefano, retto dal Commissario della Repubblica Fiorentina Antonio Castellani, la sera del 18 aprile 1527. Inaspettatamente, nonostante l'enorme disparità delle forze in campo, Castellani e il General Consiglio del vicariato decisero di non "lasciar terra" all'invasore e combattere la feroce prassi al saccheggio e alla distruzione di cui era vittima ogni territorio che si trovava sulla strada dell'esercito di lanzichenecchi del Borbone. Gli imperiali assaltarono per tre o quattro volte le mura fortificate di Pieve Santo Stefano, ma le difese approntate dal Vicario e Capitano della bandiera Antonio Castellani e dei suoi millequattrocento uomini circa, ebbero la meglio respingendo gli attacchi, per cui al quarto giorno di battaglia Carlo III di Borbone decise di far sfilare a sud il proprio esercito, e, dopo averlo raccolto nella piana della Madonnuccia, lo condusse verso Arezzo. Il fatto d'armi si collega idealmente all'assedio di Firenze (1529-1530), operato dallo stesso esercito imperiale di Carlo V, intenzionato dopo il sacco di Roma a ripristinare il potere dei Medici nella Repubblica. Proprio durante l'assedio di Firenze, il 17 febbraio 1530, si giocò la celebre partita di calcio storico alla quale l'odierna rievocazione fiorentina e pievana si ispirano.
LE SQUADRE
I quattro Rioni di Pieve Santo Stefano: Rialto, Centro Paese, Ponte Vecchio, Ponte Nuovo
Le Squadre che disputano il Palio in onore della Madonna dei Lumi sono pertanto:
• Rione Centro Paese - colori: bianco e nero.
• Rione Ponte Nuovo - colori: giallo e verde.
• Rione Ponte Vecchio - colori: rosso e nero.
• Rione Rialto - colori: arancio e verde.
Ciascuna squadra è composta da un minimo di 12 a un massimo di 18 calcianti, scelti tra i ragazzi maggiorenni che militano nel Rione. Possono in particolare prendere parte al gioco:
• tutti coloro che sono provvisti di cittadinanza italiana, nati nel Comune di Pieve Santo Stefano e/o ivi residenti da almeno 1 anno dalla data delle eliminatorie;
• tutti coloro che, provvisti di cittadinanza italiana, hanno risieduto per almeno 10 anni nel Comune di Pieve Santo Stefano e sono ora residenti in altro comune.
Le liste con i nomi dei Calcianti delle squadre di ciascun Rione devono essere consegnate entro il mercoledì precedente le semifinali al Maestro di Campo, tenuto a verificare il possesso dei requisiti sopraelencati da parte di tutti i calcianti. Gli abbinamenti delle Squadre che disputeranno nelle due semifinali sono estratti il venerdì precedente, durante la lettura del Bando di Sfida a conclusione del corteo storico in rievocazione dell'assedio dei Lanzichenecchi.
Il TORNEO
Il Torneo è composto da due eliminatorie, giocate l’ultima domenica di agosto, e una finale, l’otto di settembre. Le partite vengono disputate in orario pomeridiano al Campo dei Lumi, attiguo al Santuario, alla presenza del corteggio storico del Vicariato della Pieve a Santo Stefano.
Le squadre dei Rioni sono composte da rose di diciotto calcianti, che si sfidano nel numero di dodici, nei costumi di appartenenza, contendendosi una palla di forma ovale. Il contatto è libero, e non vi sono limitazioni se non quelle che contrassegnino netta antisportività. Non sono ammesse azioni che non siano direttamente volte alla conquista della palla. Realizza una marcatura la squadra che riesce a gettare la palla dentro la porta della squadra avversaria. Vince la partita chi al termine dei due tempi da trenta minuti totalizza il numero maggiore di marcature. Se vi è parità di punteggio, si va “all’oltranza”, fino a che una delle due squadre segna, ponendo fine alle ostilità. I cambi sono liberi ed illimitati.
Il gioco è diretto da un Giudice Arbitro, coadiuvato da due Giudici di Linea, due Giudici di Porta e da un Maestro di Campo, che ha pertinenza sulla regolarità generale del gioco.
Il Rione vincitore del torneo conquista una medaglia; chi per primo ne colleziona tre si aggiudica il Palio dei Lumi.
- Previsto pagamento biglietto
- 7-8 Setembre 2018
- Presso campo vecchio chiesa madonna dei lumi
- Evento pop